Paolo Cenciarelli
Roberto D'Agostino
La senti l’aria densa che Cenciarelli ha respirato fino al catarro, senti la vita col countdown di tanti soggetti fotografati, senti l’adrenalina che pompa negli sguardi, nei corpi sfasciati, nei muri e sull’asfalto maciullato. Capisci che questa Roma, come direbbero in molti, è “robba che spacca”. Una Roma che secondo alcuni è ormai cambiata, una Roma che in realtà è sempre esistita e sempre pomperà la sua coattaggine sotto il rosso incendiario dei tramonti. Se tutto cambia affinché tutto resti come prima, qui tutto cambia molto lentamente affinché tutto resti come dopo. Roma, città dove i santi non diventano puttane ma dove le puttane, non solo per caso, diventano spesso le “sante” di una metropoli che partorisce continue rinascite.
Gianluca Marziani
Il can can del tran tran di Paolo Cenciarelli collima in maniera unz-unz vita professionale e privata in un caos creativo che fa apparire Babilonia una triste Zagarolo. Il Bang-Bang della sua Gang- Gang razzia e remixa da stelle Michelin una Roma sacra e profana che ormai è il mainstream delle minoranze di una cultura capitolina corrotta e cornuta. Il panem et circensem di una gioventù bruciata con una attitudine memento mori che si interroga del Quo Vadis di un darwinismo culturale empatico sono gli eroi e le eroine nel panoptico di un'urbe papalina allo sbando dove la più bestiale gioventù cresce senza sogni nè gloria. L'occhio di Sauron della camera di Paolo Cenciarelli inquadra cool-turalmente questo carnaio carnevalesco trasformando il fotografo in un Darth Vader di un nuovo mondo della fotografia dove under is over e over is under.
Paulo Lucas von Vacano